Gli oneri finanziari non dovrebbero corrispondere ad una componente di reddito rilevante per l’impresa perché questo significherebbe avere una condizione finanziaria negativa. Oneri finanziari elevati sono sinonimo di debiti altrettanto elevati. Per l’impresa può significare incapacità di negoziare prestiti ed interessi bancari o obbligazionari ma anche scarsa capacità di vantare condizioni favorevoli con i fornitori o gli stessi clienti. Motivi questi per cui è utile verificare e prevedere l’andamento degli oneri finanziari e capire quanto possano incidere sulla gestione e l’andamento dell’impresa.
Cosa sono gli oneri finanziari
Quando si parla di oneri finanziari, generalmente, si fa riferimento ai costi che hanno natura finanziaria a vario titolo e sono legati a un finanziamento. Si parla, quindi, di interessi passivi e dei costi di gestione collegati all’indebitamento sia nel breve e medio periodo che nel lungo periodo. Sono considerati oneri finanziari molte voci legate agli interessi e alle commissioni passive e a forme di finanziamento erogate dalle banche. Tra le voci compaiono anche quelle relative alle spese accessorie.Sempre tra i possibili oneri finanziari ci sono gli interessi passivi sulle dilazioni provenienti dai fornitori, gli interessi di mora, gli oneri che riguardano operazioni di compravendita con obbligo di retrocessione a termine, le differenze negative di indicizzazione sui prestiti e le minusvalenze. L’esempio più comune è quello degli interessi passivi legati a un fido o a un mutuo ovvero una forma di finanziamento bancario.
Gli oneri finanziari: la crisi e le imprese italiane
A partire dall’emergenza sanitaria che ha colpito l’umanità e dalla crisi causata dal lockdown, il manifatturiero italiano ha subito un profondo calo di fatturato (secondo le stime di Confindustria nel 2020 è stato pari a – 14,5%).
Sempre nel 2020 e sempre nella manifattura, il cash flow, definito come ricavi meno costi operativi correnti, è passato a – 4 miliardi rispetto agli 81 miliardi del 2019.
Dall’altra parte, il credito bancario alle imprese italiane ha registrato un balzo in avanti (+7,4% annuo) grazie ai prestiti con garanzie pubbliche per arginare la crisi di liquidità delle imprese. Crisi dovuta anche a causa del crollo del fatturato come appena visto per il manifatturiero, che ha accresciuto il peso del debito e generato punte di negatività. Nonostante la crisi non sia affatto terminata, guardando più nel lungo periodo, oggi abbiamo capito che la ripresa e il rilancio del sistema produttivo è di primaria importanza.
Occorre puntare alla crescita delle imprese e al riequilibrio della loro struttura finanziaria anche attraverso una più ampia diversificazione delle fonti.L’impresa, soprattutto quella manifatturiera, sostiene prima i costi, poi, contabilizza i ricavi che devono generare le entrate finanziarie in tempi che possono essere sostenuti dalla stessa impresa. Il tempo che intercorre tra le entrate e le uscite determina il fabbisogno finanziario. Una corretta gestione finanziaria deve favorire flussi ordinari di cassa che, se ben gestiti ed organizzati, evitano il ricorso all’indebitamento bancario.
Ridurre gli oneri finanziari
Per ridurre gli oneri finanziari è necessario guardare a tutti gli aspetti finanziari della gestione economica di una società. Eseguire un’analisi dettagliata e verificare i parametri in base ai quali viene assegnato il rating all’impresa o società da parte del sistema creditizio. Una volta accertati tutti questi fattori, si può cercare di intervenire sul debito. Rinegoziare un debito nel breve periodo può portare a sottoscrivere un nuovo finanziamento, avere una rata e condizioni diverse o una scadenza più lunga.
Pensare di agire solo sulla riduzione dei tassi di interesse, come spesso accade, non basta. Gli interventi di riduzione degli oneri finanziari permettono una maggiore tranquillità anche dal punto di vista operativo e la riduzione di cash flow negativi.
Non solo. In questo modo, si può contare su una disponibilità finanziaria più elevata e una maggiore stabilità finanziaria.
Budget degli oneri finanziari
La definizione del budget è uno strumento di previsione e pianificazione molto importante. Per calcolare gli oneri finanziari prima viene stimato l’utilizzo futuro degli affidamenti bancari nel corso dell’esercizio di previsione. A questi vanno aggiunte sia le condizioni offerte dagli intermediari per gli affidamenti già in essere sia quelle per gli affidamenti che si prevede di acquisire durante l’esercizio previsionale.
In questo modo, viene individuato quello che sarà il costo del capitale di terzi. Una volta stimati tutti i ricavi e tutti i costi si procede a determinare quello che sarà l’IRAP (l’imposta regionale sulle attività produttive) e l’IRES (imposta sul reddito della società) dell’esercizio previsionale. Si tratta di operazioni che se esiste a livello aziendale una suddivisione per centri di responsabilità occorre svolgere per ogni singolo centro di responsabilità.
La stima degli oneri finanziari è un ambito molto delicato da prevedere e da pianificare. Gli aspetti che coinvolge sono vitali per l’impresa e non devono essere sottovalutati.
Riuscire a risparmiare sugli oneri finanziari legati all’utilizzo di anticipi e sconti bancari va di fatto ad incidere sul fatturato e, di conseguenza, sul suo aumento. Il rapporto che si crea tra oneri finanziari e fatturato indica il grado di equilibrio o squilibrio della struttura finanziaria dell’impresa.
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