Le performance economiche e finanziarie di PMI e startup svolgono un ruolo doppio: da un lato, fungono da termometro per valutare la salute e la vitalità delle imprese, e, dall’altro, agiscono come leve per guidare le decisioni e gli investimenti. In un contesto economico sempre più dinamico e competitivo, le aziende devono navigare attraverso le sfide finanziarie, spesso bilanciando l’ottimizzazione delle performance a breve termine con la pianificazione strategica a lungo termine. Ciò richiede una costante attenzione all’efficienza operativa, una gestione oculata del capitale circolante e un focus sulla creazione di valore per gli stakeholder. Inoltre, il monitoraggio delle performance economiche e finanziarie consente di rilevare tempestivamente eventuali segnali di allarme. Permette di correggere la rotta dove e quando necessario e, allo stesso tempo, facilita una crescita sostenibile nel tempo.
Il ruolo delle aziende consolidate e delle startup
Le aziende consolidate, con una presenza a lungo termine sul mercato, spesso godono di una posizione di stabilità economica. Nonostante questo, devono costantemente adattarsi all’evoluzione dei mercati su un piano sempre più globale.
Le startup, d’altra parte, rappresentano un vero e proprio terreno fertile per la sperimentazione economica. In molti casi, sono il motore dell’innovazione in grado di sfidare gli status quo e introdurre soluzioni innovative e pionieristiche. Ma, allo stesso tempo, nascono su un terreno spesso troppo fragile.
Alla fine del primo trimestre 2023, il numero di startup innovative, regolarmente iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese, era di 14.029, in diminuzione di 233 unità (-1,6%) rispetto al trimestre precedente.Nel nostro Paese, le startup innovative hanno un tasso di mortalità del 90% a 18 mesi dalla nascita. Il successo di chi sopravvive dipende dalla capacità di attirare investitori oltre che di sviluppare soluzioni nuove per il mercato.
Il finanziamento iniziale è, infatti, una parte critica del percorso di una startup. Quelle che fra tutte riescono a ottenere finanziamenti possono concentrarsi meglio sulla crescita e sullo sviluppo.
L’innovazione come chiave della crescita
Nell’analisi di monitoraggio dedicata alle performance economiche e finanziarie di startup e PMI innovative (in particolare del settore ICT) condotta da Anitec Assinform in collaborazione con InfoCamere, le startup, in particolare, vengono definite la nuova linfa per il sistema economico del nostro paese.
Nel rapporto si evidenzia come l’anno passato è stato di crescita per le aziende italiane che hanno fatto dell’innovazione il fattore principale. Crescita che continua ad avere un andamento positivo anche grazie al PNRR e alla presenza di risorse erogate attraverso i bandi di finanza agevolata.
Più in generale, nel rapporto si evidenzia come le imprese che hanno mantenuto una sostenibilità finanziaria nel medio periodo continuano a generare margine.
Gli indicatori finanziari, si legge nel rapporto, confermano anche per l’ultimo anno analizzato che allo squilibrio finanziario iniziale di molte startup e PMI innovative segue il consolidarsi delle attività nelle fasi successive con potenzialità effettive per il medio-lungo periodo.
L’importanza di comprendere l’andamento
L’analisi delle performance economiche e finanziarie fornisce un quadro completo dell’andamento di un’azienda. In concreto permette all’azienda di comprendere in che modo genera entrate e di controllare i costi.
Senza una comprensione chiara di queste dinamiche, diventa difficile pianificare il futuro o ricorrere ad interventi di correzioni quando diventa una necessità.
Uno degli aspetti centrali dell’analisi delle performance è la valutazione della salute reddituale e finanziaria di un’azienda. Gli indicatori come il margine di profitto, il rapporto debito/capitale proprio e il flusso di cassa operativo sono fondamentali per misurare l’efficienza e la stabilità finanziaria.
Indipendentemente dal tipo di azienda, le sfide finanziarie possono sorgere in qualsiasi momento. Ad esempio, la gestione del flusso di cassa è cruciale per garantire che l’azienda o la startup sia in grado di coprire i costi operativi e le passività.
I prestiti e anche l’accesso al capitale possono rappresentare un ostacolo per molte imprese soprattutto se si pensa ai tanti periodi di instabilità economica a cui sono sottoposte.
Quando ci si interfaccia con investitori, banche oppure fornitori e partner commerciali occorre dimostrare la propria solidità. Un’analisi accurata delle performance economico-finanziarie non solo aumenta la fiducia degli stakeholder, ma può anche rendere più semplice ottenere finanziamenti.
Gli indicatori economici e finanziari in azienda
Gli indicatori economici e finanziari sono parametri in grado di fornire informazioni di un’impresa in modo del tutto sistematico, sul presente e sugli sviluppi futuri e possibili di un’impresa. Monitorati costantemente possono diventare dei veri e propri alert per l’impresa. E inoltre determinano le stesse performance economiche e finanziarie delle aziende.
Il primo indicatore fondamentale per l’analisi delle performance di un’azienda è il trend del fatturato, che, assieme ad una buona redditività e ad un sicuro incasso, deve dimostrarsi crescente.
Ci sono, poi, alcuni indicatori economici in grado di fornire una visione chiara su attività e risultati operativi. Questo è il caso degli indicatori di redditività. Il più noto è l’EBITDA, che misura il valore residuo di fatturato dopo aver sottratto i costi monetari della gestione corrente (consumi, costo del lavoro, servizi) dai ricavi. Permette, così, di capire se la gestione è migliorata o meno nel tempo.
Gli indicatori finanziari, invece, forniscono informazioni chiave sulla gestione delle risorse finanziarie di un’azienda. in particolare, sulla capacità di generare profitti, coprire debiti e sostenere le operazioni, fino al mantenimento di un equilibrio finanziario. Danno informazioni sulla performance finanziaria parametri come la liquidità, il livello di solidità e il grado di solvibilità.
Gli indicatori di liquidità misurano le entrate e le uscite, determinando la capacità di soddisfare gli impegni nel breve periodo. Utilizzano le risorse già liquide o liquidabili a breve. Le marginalità vengono trasformate in liquidità attraverso l’ottimizzazione della gestione del capitale circolante. Per questo motivo anche il ciclo del capitale circolante può essere considerato tra gli indicatori dello stato di salute di un’azienda.
Passando poi al livello di solidità dell’azienda, ovvero all’equilibrio tra le fonti di finanziamento interne ed esterne, questo viene misurato attraverso il calcolo del leverage. Quest’ultimo è detto anche indice di indebitamento o leva finanziaria, ovvero il rapporto tra capitale di terzi e capitale proprio. Il rischio dell’azienda in questo caso aumenta con l’aumentare dell’incidenza dei debiti finanziari sul capitale proprio.
Infine, l’ultimo aspetto importante da considerare è il grado di solvibilità di un’azienda, intesa come capacità di far fronte ai debiti o misura della stabilità finanziaria. In tal senso, un indicatore utile da considerare è il Debt Service Coverage Ratio (DSCR). Questo indicatore è costituito dal rapporto tra flussi di cassa della gestione corrente e la somma tra oneri finanziari e quota del capitale di debito da rimborsare.
Performance economiche e finanziarie: I KPI per la valutazione delle startup
Per monitorare l’andamento di una startup vengono utilizzati alcuni indicatori chiave specifici (Key Performance Indicators). Questi differiscono leggermente dai classici indicatori dello stato di salute di un’impresa. Infatti, le nuove società non possono vantare bilanci storici in grado di consentire una valutazione accurata di tutti gli aspetti precedentemente elencati.
I KPI sono gli unici indicatori che permettono ai potenziali investitori di capire lo stato attuale di un’impresa. Consentono alle startup di argomentare il proprio progetto imprenditoriale.
Possono, inoltre, essere divisi in tre aree: metriche di validazione, metriche di performance e metriche finanziarie.
Le metriche di validazione permettono ad un imprenditore di valutare il successo di un prodotto appena lanciato o in fase di lancio. Sono rappresentate dal tasso di attivazione (Activation Rate), la percentuale di utenti che hanno compiuto una qualunque azione. Inoltre sono rappresentate dal tasso di fidelizzazione (Retention Rate), il numero di feedback per un certo prodotto o servizio clienti.
Le metriche di performance riguardano invece le startup più mature che vogliono analizzare l’andamento del loro business. Ad esempio: il numero di utenti attivi al mese, il costo di acquisizione di un cliente (CAC) calcolato come il rapporto tra la somma dei costi per acquisire clienti e il totale dei clienti. infine, il Life Time Value (LTV) che indica il valore medio di un singolo cliente.
Infine, le metriche finanziarie sono utilizzate dalle startup per dimostrare la fattibilità di un certo modello di business. Permettono di calcolare a quanto ammonta l’investimento di cui hanno bisogno per realizzarlo.
Tra queste ritroviamo:
Il Gross Profit Margin (Margine di profitto Lordo) per il calcolo dell’efficienza nel generare ricavi a partire dai costi di produzione.
Il Cash Burn Rate per comprendere quanto denaro occorre affinché la startup continui ad operare e se questa si potrebbe permettere di investire ancora in iniziative di crescita.
Il Quick Ratio (Acid-test o Rapporto di Liquidità), per dedurre la capacità di una startup di pagare, attraverso le proprie attività correnti, le passività a breve.
Tutte le startup devono considerare queste misure per prendere le proprie decisioni aziendali ma ognuna deve valutare quelle più adeguate in base alle esigenze e stato di vita.
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